Nuova Riveduta:

Giosuè 22:24

Egli sa se non l'abbiamo fatto, invece, per timore di questo: che, cioè, in avvenire, i vostri figli potessero dire ai nostri figli: "Che cosa avete a che fare voi con il SIGNORE, il Dio d'Israele?"

C.E.I.:

Giosuè 22:24

In verità l'abbiamo fatto preoccupati di questo: pensando cioè che in avvenire i vostri figli potessero dire ai nostri figli: Che avete in comune voi con il Signore Dio d'Israele?

Nuova Diodati:

Giosuè 22:24

Ma in verità noi abbiamo fatto questo con timore, per una ragione, pensando che in avvenire i vostri discendenti potessero dire ai nostri discendenti: "Cosa avete a che fare con l'Eterno, il DIO d'Israele?

Riveduta 2020:

Giosuè 22:24

Egli sa se non l'abbiamo fatto, invece, per timore di questo: che, cioè, in avvenire, i vostri figli potessero dire ai figli nostri: 'Che avete a fare voi con l'Eterno, con l'Iddio d'Israele?'.

La Parola è Vita:

Giosuè 22:24

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Giosuè 22:24

Egli sa se non l'abbiamo fatto, invece, per tema di questo: che, cioè, in avvenire, i vostri figliuoli potessero dire ai figliuoli nostri: Che avete a far voi con l'Eterno, con l'Iddio d'Israele?

Ricciotti:

Giosuè 22:24

ma l'abbiamo costruito colla precisa intenzione di dire: - Domani i figli vostri diranno ai nostri figli: "Che vi è di comune tra voi e il Signore Dio d'Israele?

Tintori:

Giosuè 22:24

non piuttosto dietro un pensiero ed un consiglio che ci faceva dire: Domani i vostri figli diranno ai figli nostri: Che avete che fare voi col Signore Dio d'Israele?

Martini:

Giosuè 22:24

Se non piuttosto pensier nostro e nostro consiglio si fu che dicemmo che forse un dì i figliuoli vostri avrebber detto ai nostri figliuoli: Che avete a far voi col Signore Dio d'Israele?

Diodati:

Giosuè 22:24

E se non l'abbiam fatto per tema di questo, cioè che per l'innanzi i vostri figliuoli potrebbero dire a' nostri figliuoli: Che avete voi a fare col Signore Iddio d'Israele?

Commentario abbreviato:

Giosuè 22:24

21 Versetti 21-29

Le tribù presero per buoni i rimproveri dei loro fratelli. Con solennità e mitezza procedettero a dare tutta la soddisfazione in loro potere. La riverenza verso Dio è espressa nella forma del loro appello. Questa breve confessione di fede avrebbe allontanato il sospetto dei loro fratelli che intendessero adorare altri dei. Parliamo sempre di Dio con serietà e nominiamo il suo nome con una pausa solenne. Coloro che si appellano al Cielo con un distratto "Dio lo sa", rendono vano il suo nome: è molto diverso da questo. Essi esprimono una grande fiducia nella propria rettitudine nella questione del loro appello. "Dio lo sa", perché conosce perfettamente i pensieri e le intenzioni del cuore. In ogni cosa che facciamo in campo religioso, ci preme molto di approvarci a Dio, ricordando che egli conosce il cuore. E se la nostra sincerità è nota a Dio, dobbiamo sforzarci di farla conoscere agli altri attraverso i suoi frutti, soprattutto a coloro che, pur sbagliando, mostrano zelo per la gloria di Dio. Essi hanno disdegnato il disegno di cui erano sospettati di essere colpevoli e hanno spiegato pienamente il loro vero intento nel costruire questo altare. Chi ha trovato il conforto e il beneficio delle ordinanze di Dio, non può che desiderare di conservarle alla propria discendenza e di usare tutta la cura possibile affinché i propri figli siano considerati partecipi di lui. Cristo è il grande altare che santifica ogni dono; la migliore prova del nostro interesse per lui è l'opera del suo Spirito nei nostri cuori.

Riferimenti incrociati:

Giosuè 22:24

Ge 18:19
Gios 4:6; Ge 30:33; Eso 13:14; De 6:20

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